file:///C:/Users/Dott.%20Carmine/Downloads/googlec2eada4b758b0748%20(1).html Dr. Carmine Capasso Otorino Bari: STABILIZZAZIONE PRECARI IN PUGLIA

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mercoledì 15 giugno 2011

STABILIZZAZIONE PRECARI IN PUGLIA

Per i precari della sanità in Puglia, caro Vendola, considerata la sentenza della Consulta e il fatto che centinaia di dirigenti hanno per anni fatto i tappabuchi, sostenuto concorsi, lavorato in condizioni proibitive in reparti in carenza cronica d'organico, nei Pronto Soccorso, nelle sale operatorie, esiste solo una soluzione, politica e giuslavoristica, e si chiama: SANATORIA!

2 commenti:

DOMENICO CIRASOLE ha detto...

Non solo io direi che oltre alla lasse dirigente , per la quale più sentenze vietano la stabilizzzione, esiste anche la classe degl infermieri e dei tecnici, per la quale la consulta nulla vieta, se non puramente per questioni contabli.
In altre parole se la stabilizzazione è giusta per la classe dirigente, per gli ultmi è dovuta da direttive europee, norme italiane 368/01, e conferato da alcuni tribuali pugliesi, a seguito di ricorsi chiusi coconciliaione, al fine di non fare giurisprudenza.

Ancora il divieto ai tagli al debito pubblico condizionati dagli obblighi comunitari sono inefficaci con riguardo alla sottocategoria delle spese per il personale sanitario ( Corte Costituzionale Sentenza n. 182 anno 2011 ), in altre parole è fatto divieto sfruttare per an i precari e mandarli a casa raggirando la 368/01.

Dunque se la regione ci manda casa, piovono e grandineranno ricorsi ce dovranno risarire come per la scuola, ovvero 30 mila euro ad ano da precario, ossia,90 mila euro per precario (media di 3 anni), moltiplicapto i 3000 infermieri, tecnici, dietisti, ecc precari della puglia, i conti sono presto fatti

Unknown ha detto...

Il decreto 368/2001 è quello che sancisce, come sai, che dopo 3 anni di tempo determinato i contratti passano a tempo indeterminato. Le ASL, le Regioni e lo Stato Italiano hanno abusato ampiamente dell'istituto del contratto a tempo determinato che costituisce l'ECCEZIONE E NON LA NORMA CONTRATTUALE. Il precariato non è un favore reso a chi ha lavorato nel Pubblico Impiego: è stato un danno, una pregiudiziale all'esecuzione di concorsi, alla realizzazione di piante organiche, uno sfruttamento sistematico del lavoro intellettuale e non. Ritengo che, la vittoria del nostro diritto al contratto a tempo indeterminato, andrà ricercata in tutte le sedi istituzionali e in tutti i gradi di giudizio fino alla Corte Europea.