file:///C:/Users/Dott.%20Carmine/Downloads/googlec2eada4b758b0748%20(1).html Dr. Carmine Capasso Otorino Bari: febbraio 2011

Visualizzazioni totali

Pagine

Cerca nel blog

domenica 27 febbraio 2011

Fini verso le dimissioni - [ Il Foglio.it › La giornata ]

Fini verso le dimissioni - [ Il Foglio.it › La giornata ]

aLmAd ft. Evelyn Xioura - Ethismos [ Εθισμός ]

THE DAY-STAR IS GONE (A.S. Pushkin) - art song

giovedì 24 febbraio 2011

Tuscaloosa Tango - Daniel Léo Simpson - Live performance - Alabama Allst...

Zullo: “Azione penale obbligatoria per Berlusconi ma non per Ronaldo”

Zullo: “Azione penale obbligatoria per Berlusconi ma non per Ronaldo”

Una nota del consigliere regionale PdL, Ignazio Zullo.
“Mi convinsi dell’accanimento giudiziario contro Berlusconi non certo dopo le indagini a tappeto sulle sue aziende, l’arresto del fratello Paolo e la perquisizione della sede di Forza Italia alla vigilia del voto del 1994 forse perché in quella circostanza la magistratura, non volendo, fu un prezioso alleato di Berlusconi che vinse le elezioni contro la ‘gioiosa macchina da guerra’ di Occhetto. Fu invece quella domenica a Napoli, giornata conclusiva del G7, quando fu recapitato all’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi l’avviso di garanzia perché fosse noto a tutto il mondo, a convincermi che qualcosa non filava per il verso giusto.
Io mi chiedevo: ‘che strano, avranno pagato lo straordinario ai collaboratori per farli lavorare di domenica pur di recapitare l’avviso di garanzia prima che si spegnessero i riflettori sul G7 in cui si discuteva di criminalità’.
E poi incalzava in me un’altra domanda: ‘e se l’avviso di garanzia fosse stato recapitato alle ore 8,00 del lunedì successivo alla domenica conclusiva del G7 cosa sarebbe cambiato per la giustizia?’ Quella con la G maiuscola ovviamente.
Oggi mi tocca riflettere su un’altra domanda che mi assale: ‘se l’azione penale in Italia è obbligatoria, perché Berlusconi che, stante alcune pubblicazioni di stralci di interrogatori di una nota ragazza minorenne all’epoca dei fatti, non avrebbe fatto sesso e non avrebbe pagato è a giudizio con rito immediato per prostituzione minorile e Ronaldo, che a dire di quella ragazza all’epoca dei fatti minorenne, avrebbe fatto sesso a pagamento con lei non è assoggettato all’azione penale?’ Forse perché il primo sarebbe un peccatore e l’altro un cristiano?
Spero che riflettano tutti gli italiani anche quelli che colgono il problema in Berlusconi”./(comunicato)

sabato 19 febbraio 2011

Raphael Gualazzi - Follia d'amore

PERCHE' SANREMO E' SANREMO!

PERCHE' SANREMO E' SANREMO!


RASSEGNA STAMPA QUARTA SERATA (18 FEBBRAIO 2011)



LA REPUBBLICA

De Niro e Bellucci, Morandi nel pallone
E Luca e Paolo assolvono Berlusconi
Stasera si decide il vincitore fra i debuttanti, mentre i big duettano con artisti ospiti. Sul palco la star americana e Monica Bellucci, protagonisti di "Manuale d'amore 3", gaffe del conduttore. Una confusa Canalis intervista l'attore americano. Poi i Take That, a sedici anni dal bagno di folla a Sanremo. Luca e Paolo ridono del Pd. Poi sugli scandali del premier: "Non ha sbagliato, gli ha detto sfiga"
dal nostro inviato ALESSANDRA VITALI

SANREMO - Festival al giro di boa, quarta serata dopo gli ascolti-boom della terza, baciata da Roberto Benigni. Si decide il vincitore dei Giovani, è Raphael Gualazzi. Tornano all'Ariston i Take That a sedici anni dal precedente bagno di folla sanremese, Robert De Niro e Monica Bellucci presentano Manuale d'amore 3 di cui sono protagonisti, i big rimasti in gara cantano accompagnati da un artista ospite. L'eliminazione definitiva di Patty Pravo (punita dal televoto insieme ad Anna Oxa) la sconta pure Morgan, che avrebbe dovuto affiancarla e che quindi non riesce a "riconquistare" Sanremo dopo l'eliminazione dell'anno scorso. Eliminati anche Tricarico e Max Pezzali. Aprono la serata Belen e Elisabetta. La Canalis prende un sacco di papere nonostante tenga gli occhi fissi sul gobbo, lassù in alto, che sembra Bernadette. Luca e Paolo tornano a colpire: prima tocca al Pd: Uno su mille ce la fa, o dell'affannosa ricerca di un leader. Poi assolvono Berlusconi: le donne, gli scandali, chi - potendoselo permettere - non avrebbe fatto come lui? "Gli ha solo detto sfiga".


Sfilano i duetti. Francesco Renga canta con Emma e i Modà, Carmen Consoli è al fianco di Madonia e Battiato, Francesco Sarcina accompagna Giusy Ferreri, Nina Zilli i La Crus, un coro di bambini fa da contorno a Tricarico, L'Aura affianca Nathalie, Irene Fornaciari fa coppia con Van De Sfroos e la PFM con Roberto Vecchioni. Barbarossa e Del Rosario e Max Pezzali si affidano a uno sketch: i primi con Neri Marcorè, il secondo con Lillo e Greg.

Molto diva Monica Bellucci, bella, poco credibile quando sussurra "sono una donna come tutte" e spiega che con due figlie piccole è riuscita a organizzarsi. Chissà che fatica trovare una babysitter. L'ex ragazza di Città di Castello, ora icona internazionale di sensualità, chiacchiera con Morandi, emozionato da copione ("sono pazzo di lei da sempre"), lei che "con il tempo bisogna farci i conti e voglio diventare vecchia, vecchia, vecchia". Prima o poi accadrà. Come ci si sente a essere il sogno di milioni di uomini? "Non ho un'idea di me stessa, un contro è il pubblico un conto il privato". Qualcuno aveva riferito una sua frase, "in Italia non ci sono regine o principesse ma solo cortigiane", lei si affretta a precisare che "l'ho detta tanti anni fa e un giornalista me l'ha ricordato" ma niente a che fare con l'attualità o il ruolo della donna, "pensavo a figure da interpretare, in Francia trovi la regina Margot, in Italia ruoli così importanti non ce ne sono". Ma come no.

In Manuale d'amore 3, la Bellucci è la donna per cui perde la testa un professore americano in pensione. Cioè Robert De Niro, anche lui atteso da una poltroncina sul palco, che raggiunge col passo (metodo Stanislavskij?) di uno che s'è alzato dal letto cinque minuti prima. E al quale il pubblico non ritiene di dover tributare nemmeno uno straccio di standing ovation Per essere un'intervista, l'esordio non è incoraggiante. "Le non risponde volentieri alle domande, vero?", gli chiede Morandi. E quello: "Dipende". Poi la Bellucci saluta e se ne va e Morandi: "Certo che si mantiene bene...". Risate in sala. De Niro ripete stancamente quello che da settimane leggiamo ovunque, che ha accettato perché gli è piaciuto il copione, perché c'era la Bellucci, il film è una storia dolce e una figura femminile come lei dava un senso alla presenza di lui, anche un uomo maturo può perdere la testa perché l'amore non ha età. Altri tre duetti, e De Niro rientra per sottoporsi questa volta alle domande della Canalis, che non si capisce perché ma il pubblico si deve convincere che lei parla inglese. Risultato di comicità involontaria. Domande confuse, tradotte o non tradotte, con Morandi di fianco che a tratti sembra nonno Libero e a un certo punto chiede "come si dice Taxi Driver?".

L'attesa esibizione dei Take That, la ex boy band, che sedici anni fa fece sfracelli a Sanremo, preceduta da fama planetaria e seguita da orde di ragazzine isteriche, si risolve in poco più che uno spot per il concerto italiano previsto in estate. Cantano Flood, uno dei brani dell'album della reunion da settimane in cima alle classifiche. Poi qualche domanda da Canalis e Belen (ma perché stasera l'hanno conciata come Massimo Decimo Meridio?), rispondono Robbie Williams e Gary Barlow, "ritrovarsi è stato fantastico". Poi l'annuncio, "il 12 luglio a San Siro unica data", arrivederci e grazie.

Momento-satira, Luca e Paolo si producono in una canzone sul Pd parodiando quella, strafamosa, di Gianni Morandi: Uno su mille ce la fa, o dell'affannosa ricerca di un leader. Sullo sfondo, le foto degli esponenti del centrosinistra, e loro due in scena con colbacco da bolscevico. Passano in ressegna i diversi papabili, "Veltroni l'ha già pugnalato D'Alema / lui usa sempre quel sistema", "Vendola non saprei / c'è questa cosa che è un po' gay", "Con Bersani non puoi andare alle elezioni / puoi anche vincere però ti cascano i maroni", "Renzi può darsi che non perda / però è andato ad Arcore e ha pestato già una merda" e via elencando, per concludere sulla foto di Berlusconi, "dal 6 aprile è sul mercato / chissà che per tornare in pista / lui non diventi comunista". Un colpo al cerchio e uno alla botte, anche se la botte neanche se ne accorge. Dopo un po' si ride degli scandali di Berlusconi, Luca a elencare i princìpi violati, Paolo per dire che poi alla fine non c'era niente di così grave. Conclusione? "Non ha sbagliato. Gli ha detto sfiga".





IL CORRIERE DELLA SERA

Sanremo, la serata dei duetti
E Monica illumina l'Ariston

De Niro intervistato da Morandi mentre Eli traduce
L'esibizione dei Take That. Napolitano scrive a Benigni
Tra i big, eliminati (davvero) Tricarico e Max Pezzali

MILANO - Serata di duetti al festival di Sanremo. I dodici big ancora in gara si sono esibiti con altri artisti per dare maggior lustro ai loro brani ma Tricarico e Max Pezzali non passano la selezione e vengono esclusi dalla serata finale, dove invece si esibirà Raphael Gualazzi, vincitore tra i giovani.
BELLUCCI - A far brillare l'Ariston ci ha pensato però Monica Bellucci. La diva italiana, elegantissima in un romantico abito nero, ha risposto alle domande di Gianni Morandi, visibilmente confuso davanti alla scollatura mozzafiato dell'attrice umbra: «Io vorrei farle di tutto», dice con l'occhio che non riesce a staccarsi dai panorami matronali della Bellucci. Le chiede di poterle dare del «tu», poi l'abbraccia e la bacia prima di accogliere insieme sul palco Robert De Niro, co-protagonista con la Bellucci del film Manuale d'amore 3. Ma, ancora «in ginocchio da lei» davanti alla Bellucci, Morandi non riesce a evitare la gaffe mentre l'attrice sta uscendo dal palco: «Però si mantiene bene...». Chissa se la 46enne sarà stata contenta.

DE NIRO - Dopo un breve scambio di battute con la Bellucci, De Niro torna poi sul palco per un'intervista più lunga dopo un paio di duetti canori, ed Elisabetta Canalis che si impappina un po' nella traduzione simultanea. A proposito del film l'attore spiega: «Ho sentito parlare del regista, Giovanni Veronesi, da un amico in comune. Ho letto il copione e mi è piaciuto». Morandi parla poi dello spogliarello che De Niro fa nel film e dice: «Lei regge ancora bene fisicamente». De Niro replica: «È sempre imbarazzante davanti a tutta la troupe, però lo fai».

NAPOLITANO-BENIGNI - La serata era iniziata dal tappeto rosso fuori dall'Ariston. Dopo il saluto di Gianni Morandi, Daniel Ezralow ha guidato e diretto un valzer e sul palcoscenico hanno ballato insieme Canalis e Belen Rodriguez, entrambe in abiti corti per la prima volta dall'inizio del Festival. L'italiana con un abito argentato e l'argentina in celeste con inserti dorati in stile film peplum anni Sessanta (tipo Maciste contro Cleopatra), che replica più tardi anche in nero e poi in giallo limone identico al primo azzurrino. Ringraziamenti di rito all'inizio della serata da parte di Morandi, che ha omaggiato in particolare l'intervento di giovedì di Roberto Benigni. All'attore-regista toscano ha voluto fare i complimenti anche il presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano. Attraverso una lettera, il capo dello Stato ha spiegato che Benigni ha saputo esprimere il sentimento dell'identità nazionale attraverso i simboli della nazione, la storia, la bandiera, l'inno. La lezione dell'artista sull'inno di Mameli è stata vista giovedì sera da poco meno di 20 milioni di spettatori. Anche la decisione presa al Consiglio dei ministri per i festeggiamenti dei 150 anni dell'Unità d'Italia ha dato l'occasione al duo comico Luca e Paolo di fare una battuta: «Non si mettevano d'accordo, alla fine si festeggia il 6 aprile - il giorno dell'udienza a Milano di Berlusconi accusato di concussione e prostituzione minorile, ndr - e non se ne parla più».

BERLUSCONI COMUNISTA - In seguito il Luca e Paolo si presentano sul palco con colbacchi da cosacco parodiando il brano morandiano Uno su mille ce la fa. «Uno fra mille ci sarà che guidi questa opposizione. Ci basta un prestanome», cantano mentre alle loro spalle campeggia un poster di Berlusconi che loro ipotizzano capo dell'opposizione se vuole vincere le elezioni. «Allora diamo a lui il mandato, dal 6 aprile è sul mercato, chissà che per tornare in pista non diventi comunista».

I DUETTI - Sul palco dell'Ariston i big in gara si esibiscono in coppia con altri artisti. Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario, i primi a salire sul palco, sono stati accompagnati alla chitarra da Neri Marcorè. Max Pezzali ha modificato in swing la prima parte del suo brano, facendola eseguire dal duo comico Lillo e Greg. E ancora i La Crus presenti con Nina Zilli, mentre con Tricarico c'era il coro di voci bianche Silasol in un'esibizione da Zecchino d'Oro. La voce melodica di Anna Tatangelo si è unita alla grinta di Loredana Errore. Giusy Ferreri ha sposato la sua voce a quella di Francesco Sarcina delle Vibrazioni. Poi Luca Madonia e Franco Battiato sono stati accompagnati dalla conterranea catanese Carmen Consoli. Nathalie ha voluto vicino a sé L'Aura. Dopo la pausa con De Niro, riprendono i duetti con Roberto Vecchioni che presenta con la Pfm ricordando anche De Andrè. Quindi l'esibizione da minimo sindacale dei Take That (già ospiti nel 1994 e 1995) con Robin Williams (sgridato nel pomeriggio da Morandi per il ritardo con il quale si è presentato alle prove). È la volta di Davide Van De Sfroos che fa cantare in dialetto laghée Irene Fornaciari. Infine gli ultimi due duetti: Al Bano che si presenta sul palco con il conterraneo pugliese Michele Placido - che più che cantare, recita -, quindi Modà e Emma con l'ex vincitore di Sanremo Francesco Renga a chiudere la serata canora dei big, che vede l'eliminazione di Tricarico e Max Pezzali.

GIOVANI - Sfida finale a quattro nella categoria Giovani, tra i quali vince Raphael Gualazzi (Follia d'amore), superando Micaela (Fuoco e cenere) - che canta per prima perché è minorenne e deve farlo prima di mezzanottte -, Roberto Amadé (Come pioggia) e Serena Abrami (Lontano da tutto).

SALTA STALLONE - Sabato probabilmente non ci sarà Sylvester Stallone. L'accordo economico tra Rai e il suo agente infatti manca e dunque la prevista presenza dell'attore americano di origine italiana alla finalissima del Festival di Sanremo è ormai data per improbabile, se non impossibile.



IL MATTINO

Sanremo, Giovani: vince Rafael Gualazzi
Big, fuori Tricarico e Max Pezzali
Gli elogi di Napolitano a Benigni

SANREMO – Rafael Gualazzi con "Follia D'Amore" è il vincitore del Sanremo Giovani 2011. A seguire la giovane Micaela, seguità da Roberto Amadè e quindi Serena Abrami. Per la categoria Big non passano alla finale di questa sera Tricarico e Max Pezzali.Il televoto, nel corso della quarta serata del Festival, ha decretato l'eliminazione dei due cantanti, in gara rispettivamente con i brani 'Tre colori' e 'Il mio secondo tempo'.
Tocca alle primedonne del festival aprire la quarta serata del festival di Sanremo, con la proclamazione del vincitore della categoria Giovani e la presenza degli ospiti internazionali più attesi, prima Robert De Niro con Monica Bellucci, poi i Take That con il ritrovato Robbie Williams, con il quale nel pomeriggio, per il ritardo alle prove, c'è stato un battibecco con Morandi, al termine del quale Williams è andato via stizzito, mettendo in forse la sua presenza, per poi ritornare sui suoi passi.
Questa volta sono Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez, che sfoggiano due abiti molto corti (la prima in oro e la secondo in azzurro con inserti d'oro), a chiamare sul palco il 'capitano' Morandi, rientrato, nel frattempo, da un'esterna all'ingresso dell'Ariston per salutare il pubblico.

Inizia la satira graffiante. Poi giungono sul palco Luca&Paolo. E subito parte la prima graffiante gag. «Dunque, oggi il governo ha deciso che sarà festa nazionale per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Bene, sarà il 6 aprile...». A farla è Paolo Kessisoglu nel primo intervento che, con Luca Bizzarri, ha fatto stasera al Festival di Sanremo. Una battuta legata alla data in cui il presidente del Consiglio dovrebbe presentarsi - secondo quanto ha deciso dal Gip di Milano - per il giudizio immediato in tribunale.

Celebrato Benigni. Prima di partire con la gara dei Big, per i quali, secondo tradizione, impazza il totovincitore, Morandi rinnova i complimenti a Roberto Benigni per la performance della sera precedente sull’Unità d’Italia. Complimenti ai quali si sono unite Elisabetta Canalis e Belen, con Luca&Paolo. Dopo il valzer in piazza del balletto guidato da Daniel Ezralow, Gianni Morandi ha aperto la serata dei duetti ricordando la performance di ieri di Roberto Benigni. Poi Luca Barbarossa, che canta con Raquel Del Rosario, insieme al suo ospite, amico e compagno di teatro Neri Marcorè ha dato vita a una gag cabarettistica.

Napolitano fa i complimenti a Benigni. Roberto Benigni ha saputo esprimere il sentimento dell'identità nazionale attraverso i simboli della nazione, la storia, la bandiera, l'inno. Sono le parole che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inteso scrivere all'artista dopo la lezione magistrale sull'inno di Mameli, vista ieri sera da poco meno di 20 milioni di spettatori, durante la serata del festival di Sanremo dedicata appunto ai 150 anni dell'Unità d'Italia. Una lettera con grandi apprezzamenti per Benigni che è riuscito, scrive il presidente, ad interpretare i sentimenti con i quali i cittadini partecipano alle celebrazioni del 150/mo dell'Unità.

Robert De Niro due volte sul palco. Doppia apparizione sul palco per l'attore italoamericano, prima con Monica Bellucci, che ha recitato con lui nel film “Manuale d'amore 3” e poi da solo. Robert De Niro è noto per non essere un logorroico ed è rarissimo vederlo in tv: tra i pochissimi ad intervistarlo anchorman del calibro di David Letterman, che si sono dovuti arrendere alla naturale ritrosia dell'attore. E sul palco dell'Ariston non va meglio, complici Gianni Morandi ed Elisabetta Canalis visibilmente impacciati.

Morandi alla Bellucci: il sogno d'una vita. L'incontro con le due super star della serata non ha prodotto grandi emozioni. Gianni Morandi ha intervistato Monica Bellucci e Robert De Niro, venuti a parlare di 'Manuale d'amore 3'. Visibilmente emozionato, Morandi ha cominciato dalla Bellucci, rispettando il 'lei'. «Prima di essere un'attrice sono una madre, una moglie e una donna come tutte» ha detto la Bellucci che ha lamentato come in Italia per le attrici non esistano ruoli tipo «la Reine Margot». «È il sogno di una vita ce l'ho vicino e vorrei fare di tutto» ha esclamato Morandi che si è alzato per abbracciare la sua ospite. Poi l'ingresso di Robert De Niro sulle note di 'New York New York'. De Niro è notoriamente un personaggio ostico da intervistare. 'Dipende' ha risposto a Morandi poi ha raccontato come aveva sentito parlare di Giovanni Veronesi da un amico. «Sapevo che era simpatico ci siamo incontrati in Sicilia e poi c'era Monica: ci siamo divertiti molto» ha aggiunto. Al termine dell'intervista, Morandi si è rivolto alla moglie in platea, commentando l'intervista con la Bellucci e le ha detto. «Si mantiene bene - ha detto provocando una risata della moglie - anche tu, ti amo tanto».

Canalis s'improvvisa traduttrice. Alle prime domande di Morandi, la star italoamericana non regala risposte molto articolate. E la situazione non migliora con Elisabetta Canalis, che più che tradurre le risposte dell'attore statunitense, riassume le sue parole. E ogni tanto si trova in difficoltà, nonostante i sempre più lunghi soggiorni a Los Angeles. De Niro scambia con i conduttori del Festival di Sanremo anche un paio di parole in italiano, raccontando delle sue origini molisane.

De Niro voterebbe in Italia, ma per il sindaco di Terrazzano. «Non ho solo origini italiane -precisa l'attore- ma anche irlandesi, olandesi e francesi. Ma voglio che i miei figli, che sono americani, sappiano che provengono dall'Europa e dalla sua cultura». Interviene Morandi: «De Niro ha detto anche che vorrebbe votare in Italia». «Forse posso, per il sindaco di Terrazzano», risponde l'attore, riferendosi al paese in provincia di Campobasso da cui provengono i bisnonni.

D'obbligo una domanda sullo spogliarello con la Bellucci. «Lo spogliarello? È andato bene. È sempre imbarazzante farlo davanti a tutti, davanti alla troupe. Però alla fine lo fai». Robert De Niro, intervistato da Gianni Morandi, racconta la scena dello spogliarello di Monica Bellucci in 'Manuale d'amore 3', ispirato a quello di Sophia Loren con Marcello Mastroianni in 'Ieri, oggi e domanì. «Sono contento di essere qui con Monica e con tutta la famiglia del film», ha detto l'attore statunitense, che ha spiegato di aver accettato di girare il film dopo aver parlato con il regista Giovanni Veronesi. «Ho sentito che era molto simpatico e con un grande senso dell'umorismo. L'idea della sceneggiatura mi è piaciuta, è un bel progetto. Ci siamo divertiti tantissimo».

De Niro bacia Elisabetta. A Elisabetta che gli chiede quale suo film gli piacerebbe tornare a girare, De Niro risponde «“Toro scatenato”, perché è quello per cui mi sono impegnato di più». Interviene Morandi. «A me invece è piaciuto tanto 'Taxi driver'. Ma come si dice in inglese?». Risate in sala. Per concludere l'intervista Morandi chiede a De Niro di riadattare la scena di 'Manuale d'amore 3' in cui fa una dichiarazione d'amore a Monica Bellucci, rivolgendosi stavolta a Elisabetta Canalis. L'attore le dice 'ti amò, dandole un bacio sulla guancia.

I Take That affidati a Elisabetta e Belen. Poco dopo giungono sul palco dell'Ariston i Take That, con il ritrovato Robbie Williams. Dopo l'esibizione per l'intervista di prammatica vengono affidati alle cure delle due primedonne che, nell'occasione, si sono mostrate meno impacciate. Dopo il battibecco di Robbie Williams con Gianni Morandi nella prove, i Take That sono arrivati all'Ariston per una versione di 'Flood', uno dei pezzi dell'album della reunion. Al termine della non memorabile performance, i cinque ormai ultratrentenni hanno risposto a due domande, attraverso i due portavoce, Robbie Williams e Gary Barlow, fatte da Elisabetta Canalis e Belen, facendo sapere prima che non avrebbero accettato domande da Morandi. «Ritrovarsi è stato fantastico stiamo insieme da 18 mesi ma sembra che stiamo insieme da 20 anni e che non ci siamo mai separati» ha detto tra l'altro Barlow. Poi l'annuncio del concerto a San Siro, a Milano, il 12 luglio.

Luca&Paolo: affondo su leader Pd. "Uno su mille ci sarà". Alla quarta serata del festival, Luca e Paolo non fanno mancare la satira sul Pd e sulla ricerca di un leader in grado di unire il centrosinistra. Sullo sfondo campeggiano moltissime foto di esponenti di sinistra: da Rosy Bindi a Pierluigi Bersani, da Piero Fassino a Massimo D'Alema a Matteo Renzi, e i due entrano in scena indossando colbacchi con tanto di stella rossa. I due cantano citando i diversi papabili: «Veltroni l'ha pugnalato già D'Alema, lui usa sempre quel sistema». Poi parlano di Fassino, quindi è il turno di Vendola: «Io non saprei, c'è questa cosa che è un po' gay». Quanto a Renzi «ad Arcore è andato ed ha pestato già una merda». «Serve un capo che tenga insieme il Pd, uno che unisca le diversità, tra i nostri mille non ci sta», cantano mimando sconforto i due attori. Ed ecco la soluzione: «Per compattar le opposizioni c'è solo Berlusconi. Allora diamo a lui il mandato, dal 6 aprile è sul mercato. Chissà che per tornare in pista non diventi comunista", concludono.

Salta l'accordo economico, nella serata finale non ci sarà Stallone. Manca l'accordo economico tra Rai e agente di Sylvester Stallone, e la prevista presenza dell'attore americano di origine italiana domani sera alla finalissima del Festival di Sanremo è ormai data per improbabile, se non impossibile. La trattativa non ha avuto la svolta che serviva: le risorse economiche disponibili non sarebbero sufficienti per avere Stallone a Sanremo. Stamattina il direttore artistico Gianmarco Mazzi parlava di probabilità intorno al 72 %, mentre nei giorni scorsi si viaggiava su probabilità maggiori, si dava anzi per praticamente fatta l'intesa. Adesso si provera' l'ultima carta, ma più che altro per non lasciare nulla d'intentato fino a domani. Ma forse si proverà a cercare un altro ospite (mentre in platea potrebbe esserci Fernando Alonso, marito di Raquel Del Rosario in gara con Luca Barbarossa), oppure si rinuncerà visto che ormai il Festival ha fatto il pieno di ascolti e la finale viene comunque premiata.






Sanremo 2000 Sanremo 2001 Sanremo 2002 Sanremo 2004 Sanremo 2005 Sanremo 2006 Sanremo 2007 Sanremo 2008 Sanremo 2009 Sanremo 2010

giovedì 3 febbraio 2011

Regione Puglia: Sanità, approvato il piano di rientro 2010-2012

Regione Puglia: Sanità, approvato il piano di rientro 2010-2012

BARI – Con 40 voti a favore, 21 contrari ed uno di astensione, è stato approvato dal Consiglio regionale della Puglia il disegno di legge sul piano di rientro e riqualificazione del sistema sanitario regionale 2010-2012 concordato nell’accordo sottoscritto il 29 novembre 2010 tra i ministri della Salute e dell’Economia ed il presidente della giunta regionale pugliese, Nichi Vendola.

L'approvazione è stata assicurata dall’intera maggioranza di centrosinistra e dal voto dell’Udc. Nel corso del suo intervento l'assessore alla Salute Tomaso Fiore ha fatto annunciato di fatto le sue prossime dimissioni dall’incarico e comunque non appena porterà “a casa il Piano di rientro”. L'assessore ha sostenuto, in particolare, – informa una nota dell’ufficio stampa del Consiglio regionale – “che le criticità sulla governance sollevate da diversi consiglieri negli interventi che si sono succeduti nel corso della seduta e contenute anche nella relazione del presidente della Commissione Sanità, Dino Marino, del Pd, richiedevano nell’immediato futuro un confronto politico”.

Considerando conclusa la sua azione politica con l’approvazione del piano di rientro, Fiore ha detto ai consiglieri regionali – è detto nella nota – che “non lo avrebbero rivisto più in quell' aula”. Parole il cui significato l’assessore Fiore ha spiegato a margine dei lavori consiliari, confermando, a conclusione delle procedure previste dal piano di rientro e già avviate, l'intenzione di rimettere nelle mani del presidente Vendola il mandato di assessore alla Salute.

mercoledì 2 febbraio 2011

Casini e Cuffaro: la strana coppia!

Casini e Cuffaro: la strana coppia!


Casini disse a Santoro, testimoni qualche milione di italiani, che si sarebbe "Assunto la responsabilità politica" della candidatura di Cuffaro "di fronte al Paese" in caso di condanna di Vasavasa. E aggiunse "Sarei nella condizione di chiedere scusa". La Sicilia è un serbatoio importante di voti per l'UDC. Cuffaro presidente di Regione è stato una garanzia per le elezioni. Casini ha incassato il risultato elettorale. La storia è questa, nella sua semplicità. Ora, che Cuffaro è in carcere, Azzurro Caltagirone dovrebbe avere la dignità di dimettersi. Come è ovvio non ci pensa neppure.
Una cittadina lo ha affrontato per strada: "Tre anni fa le chiesi perché candidava Cuffaro e lei lo difese a spada tratta, oggi farebbe una dichiarazione di scuse ai suoi elettori e agli italiani?". La risposta è degna di un allievo di Forlani (ricordate? quello con la bavetta in tribunale): "Credo che Cuffaro stia dando una lezione di dignità enorme, non ha neanche aspettato che il Senato stabilisse di mandarlo in galera (ricordo che stiamo parlando di un condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra). Si è presentato dimostrando di aver fiducia nella magistratura (?). Credo che abbia dimostrato che in una condanna di questo tipo c'è uno stile e un rispetto per le Istituzioni, di questo bisogna dargli atto.".
Riassunto del casinipensiero: Cuffaro ha dignità perché non si è dato alla fuga, ha fiducia nei giudici che in lui non ne hanno proprio per nulla e lo hanno condannato in tutti e tre i gradi di giudizio, ha stile e rispetto per le Istituzioni che lui per primo ha infangato con il suo comportamento. Ma, soprattutto, Casini è incollato alla poltrona, non ritiene di avere alcuna responsabilità politica. Lui che c'entra, mica si chiama Salvatore. Lui si tiene i voti e l'altro la galera. Diamo a Pierferdinando il beneficio del dubbio, ma anche in questo caso non dovrebbe essergli affidata neppure la presunta nipote di Mubarak. Chi candiderà la prossima volta Pierferdinando che, in veste di presidente della Camera, nel 2004 fece avere il suo sostegno e la sua stima a Marcello Dell'Utri alla vigilia della condanna di primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa emessa dal tribunale di Palermo? Si dice che Follini sia stato incaricato di fare scouting nei tribunali della Repubblica per promuovere facce nuove per la politica. Uno, massimo due gradi di giudizio, rispetto per le Istituzioni, dignità a strafottere e un collegio elettorale da portare in dote. Legislatura offresi, trattativa riservata. Quando ascolto Casini mi pongo sempre la stessa domanda? E' nato prima il culo o prima la faccia?
Dal Blog di Beppe Grillo